lunedì 15 aprile 2013

ILIADE PICCOLI RIASSUNTI


Libro I – Per non aver restituito Criseide al padre, sacerdote di Apollo, Agamennone ha provocato l'ira del dio, che con un'epidemia devasta il campo acheo. Costretto a restituire la fanciulla, Agamennone prende in cambio Briseide, l'ancella dono onorifico di Achille. Irato, Achille giura che non parteciperà più alla guerra e chiede aiuto alla madre Teti che ottiene da Zeus la promessa che i Troiani avranno la meglio fin quando il figlio non avrà ottenuto riparazione all'affronto subito. La pestilenza si placa.
Libro II – Zeus con un sogno ingannevole incita Agamennone ad attaccare Troia. Prima, però, il capo acheo vuole mettere alla prova l'esercito e, convocata l'assemblea, propone ai soldati che lo desiderino di tornare in patria. Il finto invito viene accolto e Odisseo insieme ad altri capi deve ristabilire l'ordine. Segue il catalogo delle forze greche e di quelle dei Troiani.
Libro III – Paride propone di mettere fine al conflitto sfidando a duello Menelao. Viene stipulata una tregua. Dalle porte Scee Priamo, re di Troia, con gli anziani ed Elena assiste allo scontro. Paride sta per essere trafitto da Menelao, ma viene tratto in salvo da Afrodite che costringe Elena a recarsi da lui. Mentre Elena giace con Paride, Agamennone proclama la vittoria di Menelao e la guerra sembra così terminata.
Libro IV – Nell'Olimpo Zeus promette a Era la caduta di Troia e manda Atena tra le schiere troiane per indurre Pandaro a rompere la tregua lanciando una freccia che colpisce Menelao. Ritorna ad infuriare la guerra.
Libro V – Atena dà forza al greco Diomede, figlio di Tideo, che fa strage di Troiani e ferisce Afrodite mentre protegge il figlio Enea. Afrodite piangente fugge sull'Olimpo e chiede conforto alla madre Dione. Apollo salva Enea e i troiani, con l'aiuto di Ares, avanzano vittoriosi. Ares, ferito da Diomede, si ritira sull'Olimpo.
Libro VI – I Troiani cominciano ad avere la peggio. Sul campo si incontrano intanto Glauco e Diomede, i quali, scoprendo di essere legati da vincoli di ospitalità, si scambiano le armature. Ettore, ordinati i sacrifici alle donne, si reca in città per ricondurre Paride a combattere, e alle porte Scee saluta con un commosso addio la moglie Andromaca e il figlio Astianatte. Ettore e Paride si avviano sul campo di battaglia.
Libro VII – Duello tra Ettore e Aiace Telamonio. Sopraggiunge la sera e gli araldi sospendono lo scontro, si decide una tregua per raccogliere e cremare i morti. Il giorno seguente gli Achei costruiscono un muro a difesa delle navi.
Libro VIII – Zeus, dopo aver proibito agli altri dei di intervenire, pone il destino dei due popoli sulla bilancia. La sorte è favorevole ai Troiani che, guidati da Ettore, respingono gli Achei.
Libro IX – In una riunione di capi dell'esercito, il greco Nestore consiglia una riconciliazione con Achille. Agamennone è d'accordo e disposto a concedere doni ricchissimi. Odisseo, Aiace e Fenice sono inviati come ambasciatori alla tenda di Achille che, seppure commosso dai loro discorsi, non può dimenticare l'offesa ricevuta e rifiuta di tornare a combattere.
Libro X – Durante la notte Odisseo e Diomede vanno a esplorare il campo troiano. Intercettano Dolone, la spia mandata da Ettore, e lo uccidono, dopo aver saputo da lui dell'arrivo del re di Tracia, Reso, con i suoi magnifici cavalli. Penetrati nell'accampamento dei Traci, rubano gli splendidi animali e tornano indietro.
Libro XI – Ha inizio il terzo giorno di combattimento, dominato dal valoroso Agamennone che respinge i Troiani fino alle porte Scee. La situazione peggiora e Nestore chiede a Patroclo di convincere Achille a riprendere il combattimento oppure a cedere le sue armi all'amico.
Libro XII – I Troiani incalzano e assaltano il muro. Con l'aiuto di Sarpedonte, figlio di Zeus, lo sfondano. Gli Achei fuggono.
Libro XIII – Nonostante il divieto di Zeus, Poseidone assiste gli Achei che resistono valorosamente. Aiace Telamonio sfida Ettore.
Libro XIV – Mentre Era distrae Zeus prima seducendolo poi facendolo cadere in un sonno profondo, Poseidone aiuta i Greci a respingere i Troiani. Ettore è tramortito da una pietra scagliata da Aiace.
Libro XV – Quando Zeus si sveglia ordina a Poseidone di lasciare la battaglia e invia Apollo da Ettore perché si rianimi. Ettore riprende a combattere alla testa dei Troiani e appicca il fuoco vicino alle navi achee.
Libro XVI – Patroclo, indossate le armi e presi i cavalli immortali Balio e Xanto dall'amico Achille, fa strage di nemici (uccide anche Sarpedonte) spingendosi fin sotto le mura di Troia e qui, colpito prima alle spalle da Apollo, viene trafitto da Ettore.
Libro XVII – Si combatte ferocemente intorno alla salma di Patroclo, gli Achei con difficoltà ne difendono il cadavere. Menelao può trascinare il corpo verso le navi mentre Balio e Xanto piangono la morte di Patroclo.
Libro XVIII – Il pianto di Achille per la morte dell'amico Patroclo è tanto disperato che la madre Teti accorre dalle profondità del mare e gli promette nuove armi. Ingigantito da Atena, Achille si mostra e atterrisce tutti con un orribile grido. Durante la notte Efesto, pregato da Teti, forgia nuove armi per Achille e in particolare uno scudo sul quale sono effigiati quadri di vita quotidiana.
Libro XIX – Teti porta al figlio le armi. Convocata un'assemblea dell'esercito, Achille e Agamennone si riconciliano, poi tutti si preparano a riprendere il combattimento e Achille si arma.
Libro XX – Zeus consente agli dei di partecipare all'ultima e decisiva battaglia. Poseidone salva Enea, Apollo salva Ettore, mentre Achille fa una strage.
Libro XXI – Achille riempie di cadaveri il fiume Xanto, ma Apollo, assunta la figura del troiano Agenore, respinge Achille e consente ai Troiani di rifugiarsi entro le mura.
Libro XXII – Ettore rimasto fuori dalle mura fugge di fronte ad Achille e per tre volte corre intorno alle mura della città. Zeus pesa il destino dei due avversari e la sorte di Ettore è segnata. Apollo lo abbandona e Atena, nelle sembianze del fratello Deifobo lo inganna promettendogli aiuto. Achille lo uccide. Invano Ettore morente gli chiede di restituire il suo corpo al padre Priamo. L'ira di Achille non si placa ed egli, legato il cadavere del nemico al carro, lo trascina nella polvere sotto lo sguardo di Priamo, Andromaca e della madre Ecuba.
Libro XXIII – Banchetto e giochi funebri celebrati in onore di Patroclo, la cui ombra appare all'amico Achille e chiede sepoltura.
Libro XXIV – Priamo, per volere degli dei, si reca da Achille per chiedere la restituzione della salma del figlio, offrendo in cambio ricchi doni. L'eroe, pensando al proprio padre, accetta l'offerta, restituisce il cadavere di Ettore e assicura una tregua di dodici giorni. La salma di Ettore viene arsa su una grande pira e riceve i dovuti onori dai suoi.


domenica 14 aprile 2013

CANTO VENTIQUATTRESIMO, IL RISCATTO DI ETTORE


Gli dei, raccolti in un'assemblea, alla fine deliberano che Achille restituisca il corpo di Ettore ai familiari: Teti riferisce l'ordine al figlio, che non può rifiutarsi di compiere il volere degli dei. Iride intanto avverte Priamo di andare a riprendere il corpo del figlio, il quale si mette subito in viaggio verso la tenda del Pelide, guidato e protetto dal dio Hermes. Non appena il re incontra Achille, si inginocchia e lo prega di rendergli le spoglie del figlio: Achille impietosito da Priamo acconsente e nottetempo il re tornerà a Troia, dove farà poi bruciare il corpo del figlio per rendergli le giuste onoranze funebri.

CANTO VENTITREESIMO, I GIOCHI FUNEBRI PER PATROCLO


Si tengono i solenni funerali di Patroclo, con Achille che sgozza dodici giovani prigionieri troiani: il rogo arde per tutta la notte; al mattino Achille indice i giochi funebri. Si tiene per prima la gara dei carri: Eumelo di Fere è in testa, ma Atena fracassa il suo giogo. Vince così Diomede, secondo arriva Antiloco che precede Menelao grazie a una manovra scorretta: al traguardo però i due si riappacificano. Nella gara di lotta si affrontano Ulisse, con la sua astuzia, e Aiace, con la sua forza, e si ha un pareggio. La corsa è vinta da Ulisse che precede Aiace Oileo. Achille invita due guerrieri a combattere per vincere l'armatura di Sarpedonte: ed è Diomede che se ne appropria, sconfiggendo Aiace Telamonio. Seguono la gara di tiro con l'arco, vinta da Merione su Teucro, e quella di tiro della lancia, assegnata ad Agamennone senza bisogno di disputare la prova.

LIBRO VENTIDUESIMO, UCCISIONE DI ETTORE


I Troiani si precipitano all'interno delle mura, eccetto Ettore che rimane davanti alle Porte Scee, bloccato dal suo destino; a nulla valgono i disperati richiami dei genitori. Quando finalmente Apollo si rivela nella sua divinità ad Achille che lo rincorreva, l'eroe greco avvista da lontano Ettore e corre verso di lui: il troiano, terrorizzato, fugge: tre volte i due fanno il giro delle mura della città; Atena, assumendo le sembianze di Deifobo, fratello di Ettore, convince questi ad affrontare il nemico. Ettore propone ad Achille il giuramento di rendere alla famiglia il corpo di quello dei due che sarà ucciso, ma il Pelide rifiuta rabbiosamente. Il duello inizia, le lance volano senza successo, e nel corpo a corpo Achille trafigge Ettore nel solo punto scoperto, tra il collo e la spalla. Morendo, Ettore presagisce la prossima morte del rivale; Achille, accecato dall'odio, fora i piedi del cadavere e lo trascina, attaccato al carro, nella polvere. Vedendo la scena dalle mura, Priamo ed Ecuba scoppiano in lacrime ed urlano disperati. Le grida raggiungono Andromaca, moglie di Ettore, ancora ignara dell'accaduto: quando si avvede della morte del marito, predice il terribile destino che attende lei ed il figlio Astianatte. Sviene e, una volta ripresi i sensi, ordina che siano bruciate le vesti di Ettore: è l'estremo sacrificio di ciò per cui ha speso la sua vita

CANTO VENTUNESIMO, BATTAGLIA FLUVIALE


Achille fa una grande strage di nemici sullo Scamandro, gettandone poi i corpi nel fiume: subiscono questa sorte anche Licaone figlio di Priamo e il forte eroe peone Asteropeo. Indignato per tanta impudenza lo Scamandro lo prega di continuare la sua strage altrove, ma il Pelide non l'ascolta e continua il massacro. Allora il dio del fiume, adirato, gli scaglia contro la vorticosa potenza delle sue acque e Achille, atterrito, fugge via, temendo di morire di una morte vergognosa. Interviene Efesto che con una pioggia di fuoco placa l'impeto delle acque, salvando l'eroe acheo. Gli dei sull'Olimpo, dopo una breve scaramuccia familiare alquanto poco eroica, smettono di lottare. Intanto Achille, ingannato da Apollo che ha preso le sembianze di Agenore, un guerriero troiano che poco prima l'aveva affrontato, si fa inseguire lontano dalle porte Scee, mentre tutti i fuggitivi troiani riescono a rientrare in città.

CANTO VENTESIMO, LA BATTAGLIA DEGLI DEI


I troiani e gli achei si preparano a una nuova giornata di guerra, mentre Zeus acconsente che gli dei si sfidino tra di loro: così Apollo, Artemide, Scamandro, Afrodite, Ares e Leto scendono dall'Olimpo per schierarsi al lato di Troia, mentre Hermes, Atena, Poseidone, Era ed Efesto si schierano al fianco dei Danai. Achille si batte con Enea, ma nessuno dei due morirà, perché da Enea è destinato a nascere la stirpe di Dardano, che un giorno assumerà il controllo dei Troiani scampati al massacro di Troia. Nel momento in cui Enea sta per essere ucciso da Achille, interviene Poseidone a salvarlo, pur essendo divinità ostile ai troiani. Dopo di che Achille uccide Polidoro, fratello di Ettore, che accecato dall'ira scaglia la sua lancia contro il Pelide, che viene però deviata da Atena. Achille passa al contrattacco, ma Apollo avvolge Ettore in una fitta nebbia, sottraendolo alle ire del tremendo eroe acheo, che rabbiosamente comincia a far strage degli altri nemici intorno a lui. Tra le uccisioni più memorabili abbiamo: Troo figlio di Alastore al quale Achille fa uscire il fegato che cade a terra, senza pietà alcuna per il nemico arresosi spontaneamente; Deucalione colto a un braccio dalla lancia dell'eroe, che gli dà poi il colpo di grazia con la spada che gli stacca la testa, lasciando schizzare il midollo dal busto; e Rigmo, il giovane eroe trace figlio di Piroo.

CANTO DICIANNOVESIMO, L'INTERRUZIONE DELL'IRA


Il desiderio di vendetta di Achille è più forte della sua ira, per cui egli mette da parte il suo orgoglio e si riconcilia con Agamennone. I Greci si preparano alla battaglia e riacquistano le forze con un banchetto, ma Achille non riesce a mangiare e rimane a piangere sulla salma dell'amico. Atena, impietosita, stilla nel suo cuore nettare e ambrosia per dargli forza. Ormai la battaglia è prossima: Achille, terribile nelle sue nuove armi, sprona i cavalli Balio e Xanto: quest'ultimo, ispirato da Era, gli rammenta il fato che sta per compiersi. Achille sgrida il cavallo: egli è cosciente del suo destino, ma ciò non lo distoglierà da vendicarsi su Ettore.